Anche il 2022 ripropone lo spiacevole rito dell’invio di accertamenti “all’ultimo minuto”, effettuati negli ultimi giorni di dicembre per evitare la prescrizione. Inviati a Natale e ricevuti a Pasqua: nessun regalo sotto l’albero, nessuna sorpresa nell’uovo.
Negli ultimi giorni moltissimi cittadini si sono visti recapitare accertamenti tributari per l’anno 2016, comprensivi di maggiorazioni per sanzioni, interessi e spese di procedura. Avvisi spesso anche già pagati.
Una prassi odiosa e talvolta illegittima
L’invio effettuato “all’ultimo momento”, attraverso la consegna all’ufficio postale in prossimità dei termini di prescrizione, ha come logica conseguenza la ricezione tardiva da parte del contribuente (e in questo caso si parla addirittura di mesi, visto che siamo ad aprile), che in alcuni casi ha visto anche il Comune soccombere ai ricorsi dei cittadini in sede di Commissione Tributaria.
Inoltre, nei moltissimi casi di pagamento già effettuato, si carica sul contribuente l’onere di fornire la documentazione (che dovrebbe già essere in possesso dell’Amministrazione), con l’aggravio dei prevedibili disagi per tutti coloro che, non avendo magari dimestichezza con la burocrazia, devono ricorrere a parenti, amici o consulenti.
Un sistema poco efficiente
Tale modus operandi, prevedendo di dare priorità agli accertamenti relativi all’annualità in scadenza di prescrizione, ha come ulteriore conseguenza un prevedibile ritardo sistematico di cinque anni nella verifica e nella riscossione dei tributi. Attività di riscossione sulla quale storicamente il Comune presenta una accertata difficoltà.
Lo scorso anno, in occasione dell’invio massiccio di accertamenti TA.RI. 2015, operato con analoghe modalità, avevamo presentato una interpellanza in merito, come ricorda questo articolo di aprile 2021.
La risposta dell’Amministrazione Comunale, dopo quella dimostrazione di inefficienza dell’attività di riscossione dell’ufficio preposto, si era limitata alla approvazione, nello scorso marzo 2021, del regolamento generale delle entrate tributarie comunali e del regolamento per l’applicazione dell’ I.M.U..
Con nostra grande contrarietà, si è portata la decadenza da 2 a 5 anni, che oltre a costituire strumento dilatorio di disincentivo all’efficienza degli uffici costituisce ingiusta vessazione a carico dei cittadini che devono pagare interessi e sanzioni per fatti imputabili anche all’amministrazione; in più si è deciso di trasformare l’obbligo del preventivo invito, in capo al Comune, in una mera eventualità ad esclusiva richiesta del contribuente.
Una promessa non mantenuta
Tutto ciò non è servito ad evitare il ripetersi delle stesse prassi, nonostante le rassicurazioni date in risposta ai nostri legittimi dubbi. Il Consigliere Bellini, nella seduta di Consiglio Comunale del 19.03.2021, dava ampie garanzie sui correttivi attuati: “L’Amministrazione, con il contributo della Software House, e attraverso l’ampliamento dell’organico e la collaborazione tra gli uffici, sta riuscendo nella bonifica della banca dati, che ha portato all’annullamento d’ufficio di una gran parte degli accertamenti…L’Ufficio Tributi, oltre a gestire le anomalie per l’annualità 2015, sta programmando tutte le attività da svolgere al fine da anticipare quanto più possibile l’emissione degli accertamenti rispetto al classico termine prescrittivo dei cinque anni. E’ stato inoltre richiesto alla società incaricata di verificare i controlli ed automatismi che permetteranno di evitare problemi simili per le successive annualità.”
A quanto pare, nonostante i nuovi Regolamenti e gli sforzi degli Uffici preposti, di anno in anno nulla di nuovo appare all’orizzonte.
Di fronte alle inefficienze degli uffici e ai disagi dei cittadini, può essere utile ricordare l’esistenza del Garante del Contribuente, organo monocratico presente in ogni regione con il compito di tutelare i diritti del contribuente e garantire un rapporto di fiducia tra cittadini e Amministrazione finanziaria.
Una nuova interpellanza
I consiglieri Leda Catarci e Francesco Falconi hanno presentato in merito una nuova interpellanza, per conoscere quali controlli e verifiche si vogliano finalmente e definitivamente adottare in relazione all’attività dell’ufficio preposto, in termini di strumenti utilizzati e programmazione dell’attività, per evitare in futuro il ripetersi di torbide prassi e di analoghe criticità nella riscossione di tributi e canoni.
Qui il testo dell’interpellanza.