Nel 2020 i Revisori del Bilancio e la Corte dei conti hanno evidenziato la perdurante mancata riscossione dei canoni dovuti dalle attività estrattive, raccomandando al Comune di attivarsi in merito fino anche alla revoca. Nonostante due nostre interrogazioni in Consiglio Comunale, e dopo anche una richiesta di accesso agli atti, ancora nell’ultimo Consiglio Comunale l’Amministrazione fa orecchie da mercante e, oltre a non rispondere, nega qualsiasi omissione. Cresce l’esasperazione dei residenti nelle zone limitrofe alle cave.
La seduta di consiglio Comunale del 7 giugno 2021 è stata occasione per riportare all’attenzione dell’Amministrazione la delicata materia dell’attività estrattiva presente sul territorio comunale.
Le cave di basalto che interessano una vasta area compresa tra Colle Sabazio, via Casal Sant’Angelo e via di Tragliatella possono costituire un grave pregiudizio per il nostro territorio e per i residenti, laddove non vengano rispettate le severe e numerose normative che ne disciplinano l’esercizio. Pregiudizio che almeno in parte dovrebbe essere mitigato dagli importi dei canoni posti a carico delle ditte concessionarie a favore della municipalità.
Ebbene, la nostra lista fin dallo scorso dicembre 2020 si è attivata per richiedere approfondimenti e risposte all’attuale Amministrazione, essendo stata rilevata (tra luglio e settembre 2020) dall’Organo di Revisione del bilancio e dalla Corte dei conti la forte criticità dovuta alla mancata riscossione degli oneri concessori da attività estrattive dovuti dai titolari delle concessioni.
Con una nostra interrogazione del 30.12.2020 si chiedeva, tra i vari punti, “quali siano le intenzioni dell’Amministrazione in relazione alla situazione delle attività di estrazione presenti ed operanti sul territorio comunale e se sia in programma una loro mappatura, per verificarne la regolarità anche contributiva, e procedere alla regolarizzazione delle posizioni concessorie, attivandosi fino anche alla revoca delle concessioni stesse”.
Con una nostra interrogazione del 03.02.2021 si chiedeva, tra i vari punti, “quali provvedimenti si intendano prendere nei confronti delle ditte che operano attività di estrazione (cave) nel territorio locale, per verificarne la regolarità contributiva e sanzionare eventuali inadempimenti contrattuali.”
Con una nostra richiesta di accesso agli atti del 12.03.2021 si chiedevano “la documentazione esistente, le dichiarazioni annuali di cavato e gli atti relativi all’accertamento delle morosità da estrazione negli ultimi 10 anni.”
Nessuno dei nostri atti ha avuto un riscontro, nonostante esistano in capo all’Amministrazione precisi obblighi.
- Il regolamento comunale, all’art. 36 indica che i sindacati ispettivi posti all’amministrazione in cui si chiede risposta orale devono essere iscritti all’ordine del giorno della prima seduta consiliare, coerentemente con l’art 43 del D. Lgs. n. 267/2000 (TUEL), sulle prerogative dei consiglieri comunali. E la risposta alle interpellanze/interrogazioni deve essere fornita dal Sindaco (o dal delegato in materia) al consigliere interrogante nei tempi stabiliti.
- Inoltre, a garanzia delle prerogative che spettano ai consiglieri, il regolamento comunale pone in capo al Presidente del Consiglio comunale l’obbligo di verificare che ai sindacati ispettivi sia data risposta, nei tempi previsti ed in maniera completa, coerentemente con gli obblighi e le funzioni previste dalla normativa sovraordinata.
- Ancora, l’Amministrazione ha l’obbligo di dichiarare la decadenza delle concessioni o delle autorizzazioni concesse per il venir meno del rapporto di fiducia tra Comune e il concessionario o il soggetto autorizzato a causa della condotta di quest’ ultimo. Infatti, la Legge Regionale n. 17 del 6 dicembre 2004 disciplina la materia di cave e torbiere e prevede, nel caso di inosservanza delle norme della suddetta Legge, che il Comune debba disporre la sospensione dell’attività estrattiva, dandone comunicazione al titolare dell’autorizzazione, alla struttura regionale competente in materia di attività estrattive ed all’autorità giudiziaria, fino anche alla disposizione di revoca dell’autorizzazione stessa, nei casi di irregolarità reiterate. (Ed in effetti l’organo di revisione del bilancio 2019 raccomandava esplicitamente all’amministrazione comunale “di attivare tutte le procedure per l’incasso con i relativi interessi e valutare la possibilità di revocare le concessioni stante la perdurante e reiterata inadempienzadei soggetti affittuari”.)
- Le norme in materia di trasparenza amministrativa impongono precisi termini per adempiere alle richieste di accesso agli atti da parte di un Consigliere Comunale. Che sono scaduti da tempo.
Nonostante l’estrema importanza del tema, sia in termini di bilancio e di regolarità nell’espletamento di un affidamento, sia in termini di ripercussioni sull’ambiente in cui le zone periferiche da anni convivono (visti i notevoli e perenni disagi provocati dalle attività estrattive), purtroppo non possiamo che registrare il mancato rispetto degli obblighi dovuti, forse a causa del totale disinteresse di questa amministrazione e del delegato Ambiente e cave del Comune di Anguillara Sabazia: affrontare e dirimere definitivamente le forti perplessità sulla regolarità nell’esercizio delle attività da cava dovrebbe essere una cura sentita da un Amministratore che abbia a cuore il benessere dei suoi cittadini, e ciò dovrebbe valere anche se non ci fossero obblighi stabiliti dalla legge. Obblighi che comunque ci sono, e appaiono violati.
Nel Consiglio Comunale del 07 giugno 2021, abbiamo nuovamente chiesto conto dei mancati riscontri alle nostre richieste, ricevendo risposte imbarazzanti: si è passati dal negare il silenzio, alla incapacità degli uffici comunali ad evadere tutte le istanze, alla impossibilità per l’Ente Comunale di revocare le concessioni (come scritto in precedenza, è invece un preciso obbligo del Comune, e secondo noi è preoccupante che un Sindaco, un Assessore o un Responsabile d’Area lo neghino, senza contare che l’omessa applicazione delle dovute sanzioni costituisce un ulteriore danno per l’Ente).
Giustificazioni del tutto insoddisfacenti.
Un amministratore è sempre responsabile dell’omissione di tali atti dovuti, e avremmo gradito (questo era lo spirito del nostro intervento) una rassicurazione per un sollecito interesse. Sicuramente non possiamo accettare che si continui a non rispondere su un tema così importante (e a noi caro) e si neghi anche l’evidenza di tale silenzio.
Intanto, si …cava.