La mancanza di acqua che sta interessando le zone centrali di Anguillara riporta all’attualità una problematica mai sopita, visto che quello che sta succedendo da ieri accade quotidianamente in altre zone della cittadina.
Una ulteriore mancanza della nostra Amministrazione, che in quattro anni non ha saputo combattere la battaglia dell’acqua pubblica, ormai inequivocabilmente persa. E’ questa la nostra amara considerazione, che non ci fa sperare in un cambio di rotta in questo ultimo anno di mandato.
Il passaggio ad ACEA ha comportato disagi che erano ampiamente prevedibili.
Eravamo stati facili profeti, quando nel 2022 avevamo paventato i rischi di una gestione privata dell’acqua pubblica (leggi il nostro articolo di allora).
Cedere la gestione di una rete idrica fatiscente e problematica sicuramente ha permesso all’Amministrazione comunale di togliersi un bel peso in termini di lavoro (interventi, programmazione, soluzioni e gestione, meglio evitarle, no?), dimostrando però la mancanza di quello spirito di servizio che un amministratore dovrebbe sempre conservare, essendo stato votato per “fare”, e non per “far fare” (che poi, comunque, non viene fatto).
La goccia scava la roccia, ma l’incertezza ti uccide prima
Di fronte all’incertezza dei tempi di intervento, che diventa incertezza anche sui tempi di riparazione (e questo non solo in caso di incidente improvviso ma anche in caso di interventi programmati, ricordiamoci dei disagi del periodo natalizio), e visto che ACEA può gestire le emergenze con tempi lunghi (deve garantire in ogni caso l’erogazione entro le 48 h), sarebbero stati auspicabili, da parte del Sindaco, non solo un semplice sollecito, ma altri e più incisivi interventi (autobotti sostitutive?), laddove sia coinvolto un gran numero di cittadini.
Rilevanti sono i disagi per anziani, malati, attività produttive, che si sentono abbandonati a loro stessi, e che ad esempio non possono trovare ristoro, seppur parziale, nelle casette dell’acqua che altri comuni limitrofi hanno, e che qui ad Anguillara, chissà perché, ancora non esistono.

“L’evoluzione odierna delle fontanelle romane sono le “Case dell’acqua”, un progetto firmato Acea che coniuga sostenibilità e innovazione. Le Case dell’acqua sono fontanelle hi-tech, dove è possibile ricaricare tablet e smartphone, oltre a consultare informazioni di pubblica utilità attraverso i display digitali di cui sono dotate. E ovviamente bere gratuitamente acqua potabile liscia e frizzante.”
(Fonte: ACEA SpA – gruppoacea.it)
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Ci si interessa di grandi opere e progetti di riqualificazione (parco urbano case popolari, nuova viabilità largo dello Zodiaco, nuova passeggiata delle Rupi), ma non si programma nulla per i problemi di tutti i giorni, che interessano TUTTI noi, come acqua e strade.