Uno dei principi della parsimonia suggerisce, tra soluzioni egualmente valide, di scegliere quella più semplice. Le soluzioni tra cui scegliere però devono essere tutte valide, non è proprio furbissimo scegliere la soluzione più semplice se non è – al contempo – valida almeno quanto le altre. Il Governo, con un provvedimento adottato quasi notte tempo, ha sostanzialmente stoppato non solo il bonus 110% ma anche le altre misure di agevolazione agli efficientamenti energetici.
L’edilizia è uno strumento, se lo usi bene ti porta dei vantaggi, se lo usi male ti può far male e persino uccidere, come un rasoio d’altronde.
Ad Anguillara – lo sapete come la penso – non solo è stato utilizzato male ma si sta continuando ad usare male. malissimo direi.
Le metodologie costruttive del nostro paese e persino la sua pianificazione territoriale risalgono a concetti già vecchi per gli anni ’50 o ’70; pochissime le eccezioni di una diversa modernità.
La questione non è di poco conto, una casa costruita con metodologie così desuete è un colabrodo energetico, costringe chi la vive a delle spese elevate ed oggi evitabilissime, costringe l’intero paese a produrre e consumare di più e comprare di più dall’estero, ci costringe ad indebitarci tutti.
Il BONUS, questo sconosciuto.
I Bonus energetici (tra cui il 110%) servivano proprio a consentire un’edilizia di tipo diverso, orientata non al nuovo consumo del suolo ma al recupero ed all’efficientamento dell’esistente, al tempo stesso garantivano al comparto lavorativo in essa impegnato (ed al suo indotto) di riconvertirsi e di avere una funzione sociale diversa, a mio avviso molto più alta dell’attuale… sempre in attesa di una legge che imponga lo stop al consumo del suolo.
Oggi questo comparto dovrà riciclarsi: non potendolo più fare nel senso della riqualificazione, probabilmente spingerà per nuove edificazioni, questo comporterà di nuovo consumo del suolo.
Il mondo va in un’altra direzione, i tempi impongono un’altra direzione.
Lo strumento dei bonus energetici è stato gestito – anche ad Anguillara – poco e spesso anche male. Il Comune – in altro impegnato – non ha aiutato molto, la diffidenza manifestata dal precedente governo ne ha davvero compromesso la funzionalità e l’attuale l’ha definitivamente affossata. Ci si domanda che senso possa avere eleggere nuovi governi se poi eseguono tutti la stessa “agenda”.
2033, conto alla rovescia
Nel frattempo – se entro il 2033 le case non raggiungeranno un determinato standard di risparmio energetico – non potranno né essere vendute né essere affittate e quasi nessuna oggi lo raggiunge.
Questo significa che se non interverranno altre misure a sostegno dei lavori di efficientamento energetico i privati per poter disporre di un bene che è loro, che hanno comprato lecitamente con determinate caratteristiche sulla base di norme che glielo hanno permesso, dovranno svenarsi oppure dovranno arrendersi. Vendere al miglior offerente in grado di fare i lavori di adeguamento a loro economicamente preclusi. Sarà – ovvio – un gioco al ribasso ed al massacro.
Tutti i nuovi edifici costruiti dal 2028 dovranno essere a emissioni zero, e già dal 2026 lo dovranno essere i nuovi edifici utilizzati o gestiti dal pubblico e quelli di proprietà di enti pubblici. Sempre dal 2028 i nuovi edifici dovranno essere dotati di tecnologie solari ma solo se tecnicamente funzionale ed economicamente fattibile. Entro il 2032 i nuovi requisiti di emissioni dovrebbero essere rispettati anche dagli edifici residenziali già esistenti solo nel caso in cui siano sottoposti ad importanti ristrutturazioni.
“Direttiva sul rendimento energetico (EPBD) – Parlamento europeo”
I complottisti ci dicono che questo è uno strumento attraverso il quale i poteri forti della finanza europea stanno attentando a quel che rimane del risparmio degli italiani ossia proprio la casa. Io non lo so se è vero, è un’ipotesi plausibile ma non ho gli strumenti per poterla confermare o smentire, di certo se è questo quello che sta davvero accadendo non possiamo nascondercelo… accade con la gentile collaborazione del Governo che noi stessi abbiamo contribuito a veder nominato.
Quello che so è che questo è il Paese che quando una norma non funziona non fa nulla per farla funzionare. Il più delle volte si preferisce abrogarla o semplicemente disapplicarla, persino se è la Costituzione.
In questo contesto disapplicare una norma che non si riesce a far rispettare è sicuramente la soluzione più semplice… la domanda è: E’ una soluzione valida o conveniente? Secondo me Occam qualcosa da ridire l’avrebbe.