Fiume Arrone: qual è il vero problema?

In queste settimane è diventato d’attualità il tema sullo stato di conservazione del Fiume Arrone, a causa della proposta di rilasciare acqua del Lago di Bracciano nel letto dell’Arrone per aumentarne la portata. Mi sento in dovere di dare la mia opinione di esperto del settore.

E’ vero che “l’Arrone sta morendo”?

Assolutamente no. Il primo tratto dell’Arrone, dall’incile alla Fonte Claudia ha una portata intermittente, determinata in via pressochè esclusiva dal livello del Lago. Se il lago non supera la quota di sfioro, il corso d’acqua non esiste, perché prima dell’acqua Claudia ha un bacino di nemmeno 5 kmq e una lunghezza di 3,7 km (misurata con il Gis). Praticamente è piu corto di quanto non sia il Fosso delle Cadute quando arriva a Ponton dell’Elce. Eppure nessuno ha mai lontanamente pensato di alimentare il Fosso delle Cadute o qualunque altro Fosso per non farlo “morire”.

Arpa tentò (a memoria mi pare fosse il 2011) di istituire un punto di monitoraggio presso il ponticello delle pantane, ma dopo aver effettuato numerosi sopralluoghi la conclusione fu che la portata del primo tratto era praticamente nulla, quando il lago non sfiorava.

L’Arrone possiede habitat delicati da proteggere?

Assolutamente no, per le ragioni di cui sopra. La vegetazione del letto dell’Arrone nel primo tratto è analoga a quella di qualunque fosso temporaneo. Il tratto successivo poi è interessato dal rilascio del depuratore Cobis, fino ad arrivare al punto di monitoraggio Arpa collocato ad Osteria Nuova (nella zona del locale “Crossroads” per intenderci), dove la qualità del corso d’acqua è scarsa (e per inciso, “scarsa” non è una valutazione soggettiva, ma oggettiva sulla base del calcolo degli indici che la norma consente di calcolare a seguito dei campionamenti biologici dell’ecosistema fluviale, per chi volesse approfondire consiglio la lettura del DM ambiente 260/2010).

Perchè non rilasciare acqua nell’Arrone?

Perchè scientificamente è del tutto insensato: si abbasserebbe il livello del Lago (che in tre anni e mezzo è riuscito faticosamente a recuperare un metro di quota idrometrica), scoprendo gli habitat vulnerabili che invece hanno bisogno di essere preservati, per fornire un temporaneo apporto di acqua a un tratto di fiume che non ha alcun motivo di riceverlo. Poi una volta abbassato il Lago di un altro metro e fluita via tutta l’acqua rilasciata, L’Arrone si ritroverebbe con lo stesso “problema” di prima, ovverosia la mancanza di acqua nel primo tratto.

La proposta ha qualche chance di essere accolta?

Se la motivazione è questa, direi proprio di no. Qualunque intervento di regimazione delle acque del Lago di Bracciano deve passare dalla Valutazione d’Incidenza, che in tal caso non potrebbe che constatare il potenziale danno ambientale. Per non parlare delle impugnazioni che Comitati e Forze Politiche potrebbero intentare verso qualunque provvedimento amministrativo di assenso, nonché dei “Pilot” UE (e conseguenti procedure di infrazione) per violazione della Direttiva Habitat (la 92/43/CE).

Ma allora perché parlarne?

Già, perché parlarne? Io penso che se qualcuno, chiunque, ritiene che il livello del Lago debba essere abbassato, per (propri) legittimi interessi, lo debba DIRE CHIARAMENTE e aprire un dibattito ALLA LUCE DEL SOLE, senza cavalcare una motivazione ambientale che non solo NON ESISTE, ma va in senso contrario a quanto auspicabile.

Ho colto i discorsi, in paese, di persone che vedono di buon occhio l’aumento dell’arenile a disposizione, per immaginarne vari usi ad esso correlati.

Io sono sinceramente scettico in merito ai grandi benefici che tutto ciò potrebbe comportare a livello turistico, urbanistico e paesaggistico.

Non dimentichiamoci che cosa è accaduto al Lago di Albano, dove una serie di problemi innescati da cattiva gestione ha portato a un abbassamento irreversibile del lago, cui non si è mai riusciti a porre rimedio nonostante tutti gli sforzi, e che ha degradato le coste e vanificato le opere di fruizione che erano state realizzate (Chi ci è stato ha potuto vederlo coi propri occhi, ma per aggiornamenti leggete questo articolo di novembre scorso: https://www.lavocedeicastelli.com/…/lago-albano-il…/ ).

Ora pensiamo al cosiddetto “Waterfront” del Paese di Anguillara, e a cosa ne sarebbe se il livello scendesse stabilmente alle punte del 2017, per calare ulteriormente di 1-2 metri in caso di siccità. Vogliamo pensare a una piazza del molo che ha davanti un mare di sassi al posto del lago e un pontile sospeso sul prato? Per chi continuasse ad essere affezionato all’idea, aggiungo che da un punto di vista amministrativo, una parte di ciò che a noi sembra “arenile”, in realtà rappresenta il fondo del Lago (emerso), per cui non è così scontato che se ne possa disporre per tutti gli usi immaginati.